pubblicato il 13/08/13


 

 

La responsabilità è una gran bella qualità. Ci rende affidabili e pronti a rispondere alla vita. Ma quando è vissuta in modo eccessivo, le persone si sentono un po’ “schiacciate”  dal senso di responsabilità che stimola due pensieri non positivi:

  • devo dimostrare di essere capace,
  • devo portare a termine il compito.

Nel primo caso l’ego avanza e nel secondo lo stress prorompe. La combinazione di ego e stress è interessante: diventa una bomba di insoddisfazione e compromette la qualità delle proprie relazioni.
Generando tensione interiore e un senso di superiorità nei confronti di altri, non rende la vita facile, la rende una frenetica corsa o un accollarsi più del necessario.

Ma qual è la vera responsabilità? Innanzitutto respons-abilità vuol dire l’abilità a rispondere agli eventi, agli altri e anche alle emozioni che emergono da dentro e che richiedono una “gestione” emotiva. 
La 1° responsabilità è contenuta nel Rispetto

Rispetto per me stessa, per gli altri, per l’ambiente ecc..  Questo argomento molto sentito perché tutti amano essere rispettati, è poco praticato perché richiede una buona dose di centratura e di consapevolezza. Il rispetto superficiale è spesso dettato dalla paura, o esprime un senso di cortesia e correttezza ma è verificabile davanti allo sgarbato, all’insulto e alla disfunzionalità. Allora il rispetto si rivela, perché quando esiste non pone condizioni. È e soltanto È.

La 2° responsabilità è la Resilienza. Saper reggere, sapere resistere e far sbocciare un fiore tra il cemento della vita... Sapersi rialzare dalle sconfitte con un sorriso, quello dell’entusiasmo di poter continuare, di poter ancora decidere di procedere...

La 3° responsabilità è Far fluire quello che ho. Posso farlo “scorrere” come un’energia che arriva e va, o posso moltiplicarlo affinché abbia un senso nel suo esistere con me.

Se ho delle cose posso usarle, donarle, condividerle, investirle, moltiplicarle.... ma certo non rinchiuderle e finire il loro flusso. Quell’energia stagnante sarà come chiudere la mia stessa fortuna. Chi è responsabile è fortunato, perché sa muoversi nell’energia della materia in modo fruttuoso. Non in termini materiali ma spirituali.

Se sono responsabile di gestire altre persone, metterli in avanti quando ci sono delle lodi e mettermi in avanti quando si tratta di affrontare dei disagi, è una delle forme di responsabilità più nobili. Cosi si impara l’umiltà e si genera un senso di cooperazione.

La 4° responsabilità è quella di Restituire quello che ho ricevuto meglio di quando l’ho ottenuto. Se prestate qualcosa a qualcuno e ve lo restituisce tutto rotto o sporco penserete che è poco affidabile! Ma se glielo restituite abbellito o con qualche miglioria (es la macchina pulita o con il serbatoio rifocillato, più di quando l’avete presa), allora considererete quella persona responsabile, amichevole e sarete ben disposti la prossima volta.

La responsabilità costituisce il piatto di un equilibrio importante, sull’altro piatto è la libertà. Alcuni pensano, se responsabilizzati, di perdere la loro libertà.  Ma è l’ego che ci toglie libertà. Assolvere un compito, farlo con rispetto, senza competizione o altezzosità, delegando e quindi rendendo altri partecipi del proprio ruolo, allora diventa un piacere e non un fardello.

Chi è responsabile nel modo sbagliato diventa rigido e intollerante.

Chi è libero nel modo sbagliato manca di ancoraggio alla realtà.

Questo equilibrio è proprio il risultato di una notevole saggezza interiore

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Commenti

Icona utente Adrana il 28/08/13
grazie , oggi ho ancora una volta, avuto consapevolezza che sono intollerante, rigida. Ne ho maggiormente evidenza quando anche il mio stomaco si ribella con la difficoltà a digerire e il reflusso. Ho bisogno di diventare più morbida e addolcire i miei spigoli. Ma come si fa? Esiste una ricetta? Grazie.

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