Recensione Articoli

Preoccuparsi o combattere?

pubblicato il 04/02/17


Aruna Ladva

Sapevi che preoccuparsi è una malattia? Sì, proprio una vera malattia! Non ci sono pillole o medicine per guarirla, ma si sa che provoca ansia e stress. La preoccupazione porta anche altre malattie gravi, quali quelle cardiache, del tratto digestivo e dei polmoni. Alcuni ritengono che se si preoccupano abbastanza riguardo a qualcosa, poi riescono a mandarla via. Non c’è nulla di più lontano dalla verità. Molti usano l’espressione - “sono preoccupato da morire”. Attenti a quello che pensate!

Ecco un estratto da un articolo nell’Huffington Post.
Cinquecento anni fa, Michel de Montaigne disse: “La mia vita è stata piena di disastri terribili; la maggior parte dei quali mai accaduti”. Adesso c’è uno studio che lo conferma. Questo studio prende in esame la quantità di calamità immaginate che non si sono mai realizzate. Nella ricerca si chiese ad alcuni soggetti di scrivere le preoccupazioni che hanno avuto lungo un periodo di tempo abbastanza esteso e di identificare quelle che si erano effettivamente realizzate. Con grande sorpresa risultò che l’85% delle cose per le quali le persone si erano preoccupate non accaddero mai, e che del 15% che si realizzò, il 79% delle persone scoprì che seppero gestire la difficoltà meglio di quanto si fossero aspettate, oppure che la difficoltà aveva insegnato loro una lezione importante. Ciò significa che il 97% di ciò che ci preoccupa non è altro che una mente timorosa che ci punisce con esagerazioni e percezioni errate”.

Infatti, c’è molto di cui preoccuparsi se si lascia libera l’immaginazione. Possiamo entrare in un grattacielo e temere che stia per caderci addosso. Possiamo preoccuparci di un interruttore malfunzionante pensando che stia andando in corto circuito. Possiamo preoccuparci di venire avvelenati da tutti i pesticidi che ci sono nel nostro cibo. Oppure ci possiamo preoccupare per l’oblò della lavatrice che si spalanchi e ci sbatta in faccia mentre centrifuga a 1400 giri…

La lista è infinita. Ma perché ci preoccupiamo?
Vi sono molte ragioni, ma tutte poggiano sulla paura e sull’insicurezza. Vi sono molte ragioni per le quali potremmo sentirci insicuri, forse qualcuno ci ha lasciati o ci ha traditi in passato e temiamo che possa verificarsi di nuovo; forse l’insicurezza è dovuta al non avere abbastanza soldi o comodità, oppure insicurezze personali, come, ad esempio, la mancanza di autostima e pertanto di fiducia in se stessi.

Un’altra grandissima paura è quella della morte. Tutti dobbiamo passarci e tuttavia alcuni l’accolgono e tanti altri trascorrono tutta la vita preoccupandosene. Non sprechiamo la vita preoccupandoci della morte!
Siamo i creatori delle nostre preoccupazioni quando, grazie alle nostre manie di perfezionismo, abbiamo aspettative molto alte riguardo a noi stessi e agli altri. Abbassiamo un po' il limite e siamo un po' più disponibili ad accettare le cose intorno a noi. Ci facciamo solo del male se non lo facciamo.

Ai primi posti della lista c’è anche la paura di essere rifiutati o di non essere accettati. Siamo così preoccupati di adeguarci e di sembrare buoni da perdere le energie. Ci fa perdere l’autorispetto, e cominciamo ad essere quello che non siamo giusto per avere amore e affetto. Rendiamoci conto che andiamo bene così come siamo!
Neanche i meditatori sono esenti da preoccupazioni! Alcuni si preoccupano di non meditare bene oppure di sapere se c’è un altro modo o una via migliore all’illuminazione! Lascia andare e continua a meditare.

Invece di preoccuparci possiamo essere dei guerrieri. Un guerriero è coraggioso e non teme di affrontare il nemico. Se continuiamo a ruminare e a preoccuparci delle nostre preoccupazioni, poi si ingrandiscono nella nostra testa. Se le osserviamo con l’occhio limpido della comprensione, forse possiamo lasciarle andare al 97%.

Non ci preoccuperemo se siamo abbastanza preparati. Ciò si applica a tutto, dallo sposarsi al morire, dagli esami scolastici alla crescita spirituale. La legge del Karma dice che se abbiamo accumulato molte buone azioni, poi non dovremo preoccuparci del nostro futuro. Sono quelli che non si sono sforzati che si preoccupano. Un altro modo di evitare preoccupazioni non necessarie è quello di ‘agire subito’, vale a dire di eseguire la cosa che ci preoccupa al più presto possibili, piuttosto che rimandarla e di prenderci altro tempo per preoccuparci! Questo può non andar bene sempre, ma ancora una volta, è meglio essere proattivi.

Invece di preoccuparci, mandiamo buone vibrazioni riguardo a ciò che volgiamo. Inviamo pensieri di ciò che vogliamo invece che di ciò che non vogliamo. Inviamo pensieri di benevolenza. Siamo positivi e pieni di speranza. In questo modo possiamo far accadere ciò che pensiamo.

Quando accade una situazione difficile o disturbante, mettiamoci un punto invece di un punto esclamativo! Non rendiamo le cose più grandi di quello che sono.
Di che cosa ci preoccupiamo? Riflettiamo. È realistica? Oppure è completamente irragionevole? C’è qualcosa che ci possiamo fare adesso? Non reprimiamo la preoccupazione facendo finta che non ci sia. Guardiamola e agiamo. Siamo proattivi. Trasformiamo la preoccupazione in azione.

È Ora… di essere combattivi.

Per iscriversi alla Rajayoga Newsletter mensile e ricevere informazione su corsi di meditazione, eventi, ricette vegetariane e tanto altro, clicca qui:
http://www.rajayoganewsletter.com/newsletter.htm


Inserisci un commento

(La pubblicazione è soggetta ad approvazione da parte della redazione.)
*La tua email non sarà pubblicata
Autorizzo il trattamento dei miei dati secondo l'informativa privacy.
Codice di controllo

FacebookTwitterGoogle+Invia per email

Iscriviti alla Newsletter

Privacy Policy      Cookie Policy