pubblicato il 31/07/12

Ci sono vari comportamenti e tendenze caratteriali che facilitano le nostre relazioni e altre che le rendono complesse e conflittuali. In questo caso il perfezionista, il permaloso e il pessimista sono solo tre tra le molteplici attitudini che caratterizzano la personalità umana e che possono essere migliorate grazie alla comprensione e alla volontà di cambiare.

La meditazione Raja Yoga aiuta molto a capire i meccanismi più profondi grazie al silenzio che accompagna, in modo molto naturale, alla riscoperta dei bisogni che stanno dietro a questi comportamenti. La meditazione offre lo spazio per riflettere meglio e attingere alle proprie potenzialità che aiutano il passaggio dal difetto alla qualità.

Visione, attitudine e azioni cambiano quando ci avviciniamo alla nostra dimensione interiore. Questa è consapevolezza.

Il perfezionista

Con Raffaele Risoli

Essere perfezionisti significa essere duri con se stessi, molto duri, significa non accettare di sbagliare perché ogni errore viene percepito come una sconfitta che demoralizza.

Il perfezionista non è contento fin quando non porta a termine il suo compito, che sia un’azione specifica o uno stato interiore se si tratta di trasformazione personale.

Ha ben chiaro l’obiettivo e la forma finale della sua creazione, e quando non la vede prendere forma nel modo “giusto”, si intestardisce come se non accettasse di non riuscire. Quindi il proprio ego prende forma.

Di conseguenza il perfezionista si sente frustrato e non realizzato.

Deve avere tutto sotto controllo e quando non ce l’ha si colpevolizza per aver perso un’opportunità. In quell’opportunità il perfezionista realizza il suo bisogno di essere sempre all’altezza di una circostanza.

Ha bisogno di sentirsi utile, accolto, accettato e considerato nel suo “alto” valore.

Il perfezionista non rispetta i tempi degli altri perché il suo tempo è ovviamente quello giusto!

Sa di essere generalmente apprezzato, quindi quando non conclude il proprio compito – riflesso della sua identità - ha il timore di perdere quell’apprezzamento che ha così tanto valore ai suoi occhi e per la sua autotima. Perciò non può fallire,, altrimenti sente di perdere l’apprezzamento e la gratificazione che guadagna nel concludere il proprio compito.

Di solito ha un giudizio acuto, ritiene di capire più di altri, e spesso è così… ma la modalità egoica lo rende reattivo e fragile.

Il perfezionista sorride degli errori degli altri, perché si rivaluta e gonfia il suo ego.

Accusa il colpo di una sconfitta ma per non farlo vedere rimane disponibile pur lacerandosi dentro.

In altre parole nasconde il suo disagio e continua a cercare di compiacere l’altro o gli altri.

Non concepisce di non piacere, e fa di tutto per piacere, se qualcuno resiste farà di tutto per “conquistare” che gli sfugge o lo contrasta.

E’ attento a mantenersi al centro dell’attenzione dell’altro. Gli piace essere pensato da chi è importante e apprezzabile per lui.

Il perfezionista che decide di cambiare, può fare grandi trasfomazioni grazie alla sua determinazione e l’attenzione minuziosa al dettaglio.

Il Permaloso

Con Antonella Ferrari

Essere permalosi è essere vulnerabili e influenzabili da altri e da ciò che altri pensano e dicono. Ma questi altri hanno così tanta importanza?

In che misura l’opinione altrui influenza le mie scelte e le mie decisoni, piccole o grandi che siano?

Pensate a quante volte siete insensibili e superficili e poco allineati alle vostre necessità per dare spazio a quello che pensano gli altri?

Appropriata a questo argomento è la storia dell’asino di ESOPO.

Un vecchio faceva il cammino con il figlio giovinetto. Il padre e il figlio avevano un unico piccolo asinello : a turno venivano portati dall'asino ed alleviavano la fatica del percorso. Mentre il padre veniva portato e il figlio procedeva con i suoi piedi, i passanti li schernivano: "Ecco," dicevano "guarda quell’uomo, potrebbe camminare ma fa ammalare il bambino!". Il vecchio saltò giù e fece salire al suo posto il figlio suo malgrado. La folla dei viandanti borbottò: "Ecco, un giovinetto forte e sano, che fa stancare il vecchio padre! Che pigro!” Allora salirono ambedue. Il borbottìo dei passanti e l'indignazione non diminuì, un unico piccolo animale era montato da due persone. Padre e figlio scesero e continuarono a piedi con l'asinello libero. Allora sì che si sentì lo scherno e il riso di tutti: "Due asini, mentre risparmiano uno, non risparmiano se stessi". Allora il padre disse: "Vedi figlio: nulla è approvato da tutti; ora ritorneremo al nostro vecchio modo di comportarci"

Gli altri sanno come premere i pulsanti giusti per stuzzicare il peggio di noi stessi. Come posso imparare a dare valore a me stessa?

Anche nel permaloso come nel perfezionista c’è un consistente ego che gioca la sua parte.

L’antidoto per questa “P” è un’altra “P”: potere.

Potere inteso come forza di essere o forza interiore. E’ il potere di fermare lo spreco, ovvero di dire “stop”!

La più grande vittoria è contro lo spreco. Oggi se ne parla molto a livello di ecologia, risparmio energetico e quant’altro … ma vale anche per lo spreco mentale. Alcuni sprecano pensieri, altri sprecano parole e altri sprecano azioni e/o varie altre risorse. Tanti sprecano tempo, sia il proprio che quello di altri.

Quando pratico il potere di fermare lo spreco, quando dico stop… è stop. Questo ferma lo stock dei conti del passato (conti karmici). Dove c’è spreco non c’è potere e la forza di volontà diminuisce. Dove c’è spreco l’entusiasmo diminuisce e cosi anche il coraggio.

Allora prolificheranno domande come: Che cosa? Perché? Ecc… domande che a loro volta portano i pensieri ad una inutile espansione.

I pensieri sprecati sono veloci e creano caos e confusione. Non hanno una facile applicazione, anzi in molti casi alimentano la depressione. I pensieri positivi hanno in se il ritmo della pazienza mentre i pensieri sprecati distruggono l’energia spirituale. I pensieri potenti ci fanno accumulare energia e rendono il tempo fruttifero.

L’anima possiede già la maestria interiore di usare i poteri sottili per essere meno permalosi e più distaccati e equipaggiati.

Il permaloso usa il cuore per sentire troppo e la testa per pensare troppo. Dopodiché ci rimane male ogni volta che viene deluso da coloro che aveva stimato in eccesso, non perché si rivelano diversi ma perché non li aveva ben interpretati. La delusione è spesso di se stessi e dei propri errori pur essendo mascherata dal velo del biasimo.

Se siete permalosi e volete superare questo stato emotivo, praticate un sano distacco realizzando che la vera identità innata è distinta dalla mia personalità acquisita. Il pemaloso confonde le due e nutre il suo ego. Basta spostarsi all’interno del sé, lasciando la periferia della personalità dove insulti, commenti e battute non gradite possono ancora essere vissute come “offese”. Sdrammatizzare è un verbo chiave e con genuinità ritorno all’innocenza di un’anima che recita una parte che non le appartiene sempre, ma solo temporaneamente.

Il Pessimista

Vede quello che non va prima che non vada! Critica prima di aver appurato di aver veramente capito e si imposta con una energia negativa che allontana anche le opportunità che avevano deciso di premiarlo.

Così rimane spesso a mani vuote e rincara la dose, ringraziando gli eventi di aver confermato che era proprio così. Il pessimista ha un buon rapporto con le circostanze: sembrano cooperare per sostenere a vicenda la teoria che vivere sia difficile, complesso e veramente una fatica.

La natura del ghiaccio è di essere freddo, la natura del fuoco è di essere caldo, ma quale è la natura dell’uomo? E’ fatta di qualità, valori e principi spirituali che risuonano nel profondo dell’anima e vibrano di qualcosa di vero, pulito e autentico. Infatti ci piacciono le qualità e meno i difetti.

Anche se ci siamo infangati con tante brutte abitudini e legati in rapporti sofferti, il nucleo di verità racchiuso nell’anima, esiste ancora e si schiude quando ci vede tornare all’essenza.

La tristezza aumenta quando me ce ne allontaniamo, un feeling simile a quando siamo lontani da casa e ci manca quella sensazione di sicurezza e comfort.

Se vedo quello che non funziona sono realista, se mi influenza molto divento afflitta, se lo rendo mio e perdo di vista la mia pace e la mia felicità mi deprimo e le paure mi renderanno molto pessimista. Il pessimista ha reso le brutte esperienze del passato più forti del valore del presente.

Così la paure prendono la forma di scoraggiamento, sfiducia e poca speranza, cioè di pessimismo.

Credere in se stessi implica allenarsi a vedere la luce oltre il buio. Quindi due pratiche:

  1. dare valore al momento

  2. guarire dentro

Abbiamo imparato a gestire il buio, anziché cercare e capire il potere della luce. Ora il viaggio a ritroso ci permette di superare ognuna di queste tre “P”, ostacoli alla serenità, e capire che spesso il problema è solo il prodotto di una mente fragile.

 

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Commenti

Icona utente Silvia il 20/09/18
Buongiorno Maria, grazie per aver richiesto l'iscrizione alla newsletter, la riceverai al più presto, se vuoi guardare l'archivio ecco il link: http://www.rajayoganewsletter.com/newsletter/archivio Un caro saluto, Silvia
Icona utente maria il 19/09/18
Gradirei ricevere le vostre newletters riguardanti i temi che trattate. Grazie
Icona utente Raja Yoga Newsletter il 02/11/14
Gentilissima Nadia, se confermi la mail che hai ricevuto ti invieremo ogni mese la newsletter di Raja Yoga, a volte la posta di gmail ci mette in spam ti consiglio di verificare, un caro saluto, Silvia
Icona utente Nadia il 02/11/14
Ciao, ho letto un vostro articolo e sono interessata a ricevere le vostre "pillole" di saggezza. Grazie Nadia

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