pubblicato il 19/03/15

Introduzione

Non c’è dubbio che viviamo tempi straordinari con esigenze ugualmente incalzanti. Rare sono le opportunità che abbiamo per fermarci, metterci seduti tranquillamente e guardare in profondità dentro noi stessi. Tuttavia le risposte ai tanti nostri dilemmi si trovano dentro di noi, perciò abbiamo bisogno di dedicare un tempo adeguato per migliorare la qualità dei pensieri riguardo a noi stessi, agli altri e al mondo.

Platone ebbe a dire che quando si pensa è l’anima che parla a se stessa. Se così è, noi parliamo in realtà più con noi stessi che con gli altri. Il problema è che gran parte del nostro chiacchiericcio interiore non ci porta da nessuna parte.

Ho cominciato a sentirmi molto a disagio a causa di un eccesso di pensieri inutili all’inizio degli anni ’70. Sapevo che qualsiasi cosa fosse successa, dovevo essere me stesso, non solo in relazione a questa vita, ma anche al prosieguo del mio viaggio. Mi resi conto che dovevo diventare amico di me stesso e arrivare a conoscermi a un livello molto più profondo. Avevo la sensazione che interiormente avevo molto più valore e potere di quel che supponevo.

Il caos del mondo intorno a me e i miei ruoli, le responsabilità e le abitudini al loro interno, benché mi fornissero le storie di ciascuna giornata, mi lasciavano poco tempo e persino poca disponibilità di porre attenzione al mio stato d’essere interiore. Avevo un lavoro estremamente impegnativo nel campo della ricerca e dello sviluppo industriale che richiedeva una concentrazione totale. Tuttavia sapevo che se non creavo una specie di gestione interna, la confusione esteriore, unita alla frammentazione interiore, mi avrebbe virtualmente impedito di far fronte efficacemente a tutta la miriade di aspetti della mia vita.

Benché sapessi che con la forza non si ottiene un reale cambiamento, con grande costanza e autodisciplina per trovare il tempo di stare da solo con i miei pensieri, lontano dalle richieste e dalle pressioni di oggetti, persone e impegni, cominciai a interessarmi a nuove idee e prospettive spirituali appartenenti a varie tradizioni spirituali. Ma più ci provavo e più cadevo in confusione. Ricordo che in quel periodo fui colpito molto da questa storiella.

C’erano due rane, una viveva al mare mentre l’amica viveva in uno stagno abbastanza distante dalla prima. Un giorno la rana che stava al mare andò a trovare l’amica con un invito.

«Vuoi venire al mare con me?».
«Perché dovrei venire? Sto molto bene qui, grazie mille».
«È solo per farti vedere come è bella l’acqua lì».
«Grazie, ma ho abbastanza acqua qui nel mio stagno».

Dopo continue insistenze, la rana dello stagno alla fine cedette. Si misero in viaggio saltellando attraverso la campagna finché arrivarono a una piccola collina dalla quale si vedeva il mare. Tirando un profondo sospiro, la prima rana disse:

«È magnifico, vero?».
«Che cosa?».
«La distesa di acqua azzurra che si estende fino all’orizzonte».
«Ma non è acqua! L’acqua è scura e odora di fango. E poi non ha questo andirivieni. Da dove vengo io, l’acqua è completamente immobile».
«No, è acqua vera. Entra! Provala! Vedrai».

Saltellando giù per la discesa, giunsero sul bordo dell’acqua. Quando la prima piccola onda le toccò i zampe, la rana dello stagno ammise che si trattava di vera acqua e si lasciò sfuggire un gridolino di meraviglia:

«Incredibile! Hai ragione! È acqua. Com’è diversa!».

Dopo aver udito questa storiella, mi accorsi di quanto a lungo avessi vissuto nello stagno delle mie circostanze particolari, credendo che tutta la mia esistenza fosse limitata ad esse. Cominciai a prendere coscienza dell’evidenza che esisteva una realtà più vasta e più eccitante di quella alla quale mi ero abituato vivendo nella mia zona di comfort. Fu solo quando ebbi percepito direttamente la differenza tra il mio stagno e l’oceano nella mia vita che iniziai un viaggio ininterrotto di apprendimento significativo. Il mio nuovo obiettivo fu quello di sostituire i miei valori temporanei e limitati con altri più costanti e illimitati.

Quando cominciai ad immergermi nelle esperienze che formano la base di questo libro, ero come una barca alla deriva in un mare di dubbi, lontano da qualsiasi porto nel quale potessi sentirmi saldamente ancorato. La vita era un oceano di desideri, progetti e idee riguardo all’esistenza che si estendeva davanti a me, con enormi possibilità e potenziali minacce. L’unico problema era che non solo non avevo le mappe, ma non sapevo niente di navigazione.

Senza una conoscenza più precisa a cui fare riferimento per capire e decidere riguardo alla mia condizione, era come se osservassi me stesso dall’esterno. Confuso dalle cose esteriori, riuscivo a vedere solamente la superficie di ciò che ero diventato e non il nucleo di ciò che ero realmente. Più tardi compresi che ero estremamente consapevole dei numerosi e variegati aspetti della personalità che avevo acquisito nel corso degli anni ma non delle mie vere qualità innate.

Nel 1975 avevo concluso un viaggio di due anni di ricerca personale in alcune delle più importanti filosofie del mondo che mi portò in quasi venti paesi. A Londra, su indicazione di alcuni amici, cominciai a studiare una delle forme più antiche di yoga dedite alla scoperta e al potenziamento del sé – il Raja Yoga, come veniva insegnato dall’Università Spirituale Brahma Kumaris.

Da allora mi sono recato spesso nella casa madre in India per studiare questa antica filosofia e scienza di vita. Come una miniera appena scoperta, cominciai ad accedere alle mie qualità positive innate che erano solo in attesa di essere scoperte e incorporate nella mia vita quotidiana. Avevo in mano le chiavi del mio potere personale.

L’Università si trova nella città di Mount Abu, che è circondata dalle colline della catena Aratali dell’India nord-occidentale. È meglio conosciuta con il nome di Madhuban, che significa Foresta di Miele. Qui è facile sperimentare il senso di dolcezza, il divino distacco e la saggezza di cui il luogo è pervaso.

Grazie ai miei studi lì e nei principali centri diffusi in tutto il mondo, mi resi conto che le cause della mia mancanza di appagamento e del vuoto esistenziale erano più profonde di quel che pensassi. Con la pratica della meditazione ho imparato a ritornare non solo alle mie radici, ma al seme stesso, al vero me. E l’apprendimento e l’impegno continuano.

La possibilità di scoprire e cambiare i tratti di personalità consolidati era una sfida per me e mi attirava. Ora capisco che è il mio sé interiore il vero controllore della qualità dell’interazione tra i miei pensieri e le esperienze con le altre persone e con l’universo fuori di me.

Cambiando mentalità, la luce della comprensione cominciò a illuminare le cose dentro e intorno a me. Acquisii una prospettiva più ampia della nostra esistenza collettiva e una percezione molto più rispettosa degli altri e di me stesso.

La meta era elevata, il metodo semplice e la volontà forte. Compresi che il miglior contributo che potevo offrire all’umanità era quello di trasformare me stesso.
Durante gli anni trascorsi mettendo in pratica le idee contenute in questo libro, sono ritornato ripetutamente alla realtà principale rappresentata dalle stesse domande fondamentali:

  • · Chi sono?
  • · Che cosa ci faccio qui?
  • · Da dove vengo?
  • · Dove sto andando?
  • · Posso cambiare veramente?
  • · Posso acquisire il potere necessario per affrontare le difficoltà della mia famiglia, del lavoro e della vita sociale?

Il libro tratta questi argomenti in base ai seguenti tre pilastri di autopotenziamento:

  • · Comprensione del sé interiore e impegno diretto allo sviluppo di una identità indipendente, serena e senza confini. Una volta fatto questo passo, i successivi si fanno con maggiore facilità. Vi sono attributi positivi e innati nell’essenza del sé. Devo sapere come liberare quel potenziale dalla prigione dell’ignoranza.
  • · Consapevolezza del modo in cui i miei pensieri e attitudini influenzano le mie relazioni con gli altri e con il mondo, e come siano essi a produrre gioia o dolore, a seconda della qualità dell’energia che diffondo.
  • · Pratica della meditazione, che all’inizio è una profonda riflessione sul primo aspetto, quello della comprensione. Un po’ più oltre essa implica l’amorevole connessione mentale tra l’essere Supremo, considerato fonte generatrice di poteri e qualità positive, e me stesso in quanto individuo. Questa connessione interiore mi conferisce il potere di portare la trasformazione su un livello pratico. È semplice, profonda e accessibile.

In questo libro, il mio desiderio è stato quello di condividere alcune mie esperienze di un’esistenza più piena conseguibile attraverso l’evoluzione spirituale e l’autopotenziamento. L’obiettivo degli insegnamenti della Brahma Kumaris è quello di arricchire e potenziare la vita delle persone. Un cristiano può diventare un cristiano migliore, un buddhista un buddhista migliore. Anche chi non aderisce ad alcuna tradizione religiosa può trarne beneficio. Guidando l’individuo verso un senso di universalità dell’esperienza spirituale, la disputa tra giusto o sbagliato dei diversi ismi viene superata. Si arriva a capire che c’è sicuramente una differenza tra una spiritualità veramente assimilata e la pratica ritualistica di una religione. Se si osserva una ruota di bicicletta, si potrebbe dire che ciascuna religione particolare si colloca sulla circonferenza esterna, all’estremità del suo raggio individuale. Si tratta di una sola ruota con un solo centro. Ognuno è invitato a muoversi verso il centro che è il terreno comune della spiritualità per tutti.

Sentiti libero di sperimentare le idee contenute in questo libro. Ho cercato di smitizzare la pratica meditativa per mostrare che il viaggio verso la realizzazione personale è accessibile a tutti. Questo libro non descrive tanto la teoria della meditazione, quanto la mia esperienza personale di allievo. La difficoltà è stata rendere più comprensibili le idee e la terminologia usando esempi, analogie e storie personali. Alcuni termini potrebbero essere alquanto diversi da quelli abitualmente usati dal lettore. Per esempio, parole come essere, sé eterno, anima, psiche, l’Io, punto di energia cosciente vengono usati in maniera intercambiabile in tutto il libro.

La parola coscienza, ad esempio, si riferisce alla proprietà fondamentale del sé di organizzare i pensieri, i sentimenti e le decisioni ecc. È l’«Io sono (questo o quello)» di ogni momento.

Senza addentrarci nell’opportunità o meno di usare il pronome maschile lui in opposizione a lei in riferimento a Dio, ho optato per lui per ragioni di semplicità.

Alcune parole sono rimaste in hindi o sanscrito poiché non hanno una traduzione adeguata. Ma non è il caso di lasciarsi bloccare da differenze semantiche e quindi è meglio cercare di andare all’essenza.

È probabile che vengano usate parole ed espressioni differenti per dire le stesse cose.

In ogni caso, mi auguro sinceramente che questo libro ti aiuti a cogliere un barlume dell’altra realtà che ti è possibile. La disponibilità a crescere spiritualmente è il passaporto per l’autopotenziamento.

Questo libro è stato originariamente scritto in portoghese e spagnolo con il titolo: L’ultima frontiera.

B.K. Ken O’Donnell

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Commenti

Icona utente Silvia il 26/03/15
Buongiorno Francesca, si certo ogni mese con la newsletter pubblichiamo un capitolo, un caro saluto, Silvia
Icona utente francesca il 25/03/15
ciao! libro a puntate vuol dire che ogni settimana ne pubblicate un capitolo? spero proprio di sì... grazie, francesca
Icona utente Marina il 23/03/15
Fantastico, complimenti per la profondità e nello stesso tempo la chiarezza dei concetti espressi che effettivamente se assimilati e compresi porterebbero i lettori verso la libertà più assoluta di essere. Grazie per queste lezioni di vita!!!

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