Recensione Eventi

La forza dell’Amore

pubblicato il 10/04/14


Bologna, 3 aprile 2014 Antonella Ferrari

Ognuno di noi ha due cuori: quello fisico e quello spirituale.

I Sumeri consideravano il cuore la sede dell'intelletto, mentre dagli Egizi era considerato padrone assoluto del corpo. Solo dopo fu realizzato che il cuore è una pompa adibita ad un lavoro esclusivamente meccanico, anche se vitale. Il cuore conserva tuttavia ancora una notevole dose di fascino, causato probabilmente dall'essere un organo pulsante che scandisce senza interruzione il ritmo della vita.
Il cuore fisico ha 60/90 battiti al minuto quando siamo in una condizione normale, ma raggiunge i 120 battiti quando viviamo qualche forte emozione.  Ma le emozioni e i sentimenti non sono creati dal cuore fisico, nascono nell’altro cuore, ovvero nella coscienza, nell’anima. Come il cuore fisico muove sangue e ossigeno nel nostro corpo, così il cuore spirituale muove la luce dell’amore, l’energia sottile della coscienza.
Si dice che l’anima sia amore, quindi l’anima è il cuore, quello spirituale.

Il cuore può avere connotati vari: rotto, felice, spezzato, grande, piccolo, generoso o addirittura “infeltrito”! Il cuore può essere gestito da altri, ovvero la tua felicità potrebbe dipendere da altri.  Se ho delegato la mia felicità allora sarò soggetta a tre “D”: Delusa, Depressa e Distante.  Delusa perché non sono me né con me, anzi potrei agire contro di me; Depressa perché la tristezza può essere il campanello di allarme che sono uscita dai binari del benessere; Distante perché sono lontana dal vero amore nell’illusione di trovarlo altrove.

Se invece gestisco il mio cuore, lo sento colmo e non dipende da niente e nessuno (siamo comunque tutti interdipendenti..) allora proverò gioia, entusiasmo e ottimismo. Quando uno manca di amore mette il suo cuore, cioè la sua realtà interiore e emozionale, nelle mani di qualcun altro nella convinzione che l’altro lo “riempirà” .  Ma ben presto realizza che tutti hanno lo stesso problema, ovvero di volersi riempire! Così anziché ben gestire il mio cuore e ben utilizzare l’amore che viene condiviso, la relazione degenera in una lista di aspettative non soddisfatte e una catena di reazioni. Tutto meno che felicità e libertà..
 
Nel cuore ci sono vari spazi, come cassetti chiusi per sofferenze e trauma del passato.  Man mano che acquisisco più forza posso aprirli e liberare quelle energie che bloccano e  rendono egoisti e duri, chiusi e diffidenti. 
Il primo cassetto è guardare me e rivalutarmi per poi rivalutare anche gli altri – da questo dipende il rapporto che ho con me stessa.
Il II° cassetto è quello del perdono. Accettazione consapevole e da questo dipende il rapporto che ho con gli altri.
Il III° cassetto è quello della paura di perdere qualcosa, bramosia, controllo ecc. Da questo dipende il rapporto che ho con le risorse, il tempo, la materia e gli elementi in genere.

Il DNA originale dell’anima è il DNA della nostra divinità. Come il bruco mangia fin quando non ne può più e allora arrivato ad un limite si attiva il DNA della farfalla. Cosi inizia la sua metamorfosi, allo stesso modo noi possiamo “riattivare” il DNA della nostra natura originale che è spirituale e “divina”, ovvero carica di bontà e qualità profonde.

L’arte è riprendere proprietà del proprio cuore e cominciare a praticare tre stati di coscienza, cioè tre pensieri che possiamo ripetere tante volte durante la giornata:
1. Io sono amore … io sono amore…
2. Io ho bisogno di amore e posso prenderlo da quella Fonte che è pura, sicura e vera. Sono connessa con la Fonte, per attingere il Suo Amore…
3. Voglio liberarmi dalle dipendenze affettive. Sono libera…

 

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