Recensione Eventi

Intensivo di meditazione

pubblicato il 14/02/13


Incontro con Marco De Biagi, Tamasin Ramsey e Antonella Ferrari
presso l’Accademia Yoga Sadhana – Catania, Febbraio 2013 

Lo yoga è il viaggio di ritorno da fuori a dentro di te.
Se potessimo decidere cosa acquisire di più nel nostro stato di essere, cosa incrementare, probabilmente vorremmo avere più serenità, rispetto del sé, amore per noi stessi, gli altri e le cose che ci stanno più a cuore.
Invece succede spesso che sono proprio quelle cose, quegli aspetti a cui più teniamo che trattiamo male, o non li teniamo nella giusta considerazione, proprio perché “non abbiamo tempo” per prestare attenzione ad una cosa che già conosciamo e che diamo per scontato che resti con noi sempre.

Ma dal momento che desidero certi valori e qualità, però, è perché sono già parte di me. E’ perché esistono nella mia memoria, nella mia persona, indeboliti sicuramente, mescolati ad altro magari; ma determinati valori di base sono ancora là, ed ardono come fievoli braci sotto la cenere.
La dimensione dove racchiudo queste risorse interiori si chiama coscienza incorporea, una dimensione non tangibile appunto ma presente nell’esperienza del nostro essere spirituale.

Le varie stratificazioni che abbiamo accumulato sopra questa identità originale e pulita, naturale e essenziale, sono strati che ci tengono lontani da essa.
Il primo strato è quello dei “se..” Molto spesso le scuse iniziano con un se.. Se fossi… se avessi… se gli altri …. Mettendo condizioni perdo quel senso di autenticità così prezioso che normalmente mantiene dignità e rispetto. È cosi che li perdo.

Il secondo strato è quello di pensare di se stessi quello che non si è. Non sono capace… oppure io sono tutto…  L’ego comincia a prolificare e diventa la mia identità. Mi rende vulnerabile e permalosa oppure arrogante e prepotente. Cerco fuori di me ciò che posso solo trovare all’interno in realtà,  e allora creo dipendenze che portano ad inevitabili sofferenze.  Aspettative e ambizioni dettano legge nel mio universo emotivo.

Il terzo strato è caratterizzato da un’acuta coscienza di io e mio. Quello che è mio è mio, quello che è tuo è mio! Nella migliore delle ipotesi, quello che è mio è mio e quello che è tuo è tuo!  Insomma la coscienza è che sia bene che ognuno stia tranquillo nel proprio orticello. In questo stadio la quantità soppianta la qualità, tutto è tanto, anche i pensieri nella mente, e le emozioni che alterano e degenerano in uno stato di frequente inquietudine e stress.

Ora è il tempo di ritornare all’essenza, perforando questi strati e ascoltando la voce che da quel nucleo mi parla e mi convoca… torna ad essere te! Torna ad essere ciò che sei eternamente: un essere di luce, di pace, di infinita bellezza interiore.

E come posso tornare quello che ero? Come posso tornare ciò che ero un tempo e che adesso non sono più? Il bello sta proprio nel capire, nel percepire la mia identità più profonda. Perché esternamente sicuramente sono cambiata, non mi riconosco, ho sviluppato abitudini che mi hanno portato a mancare di fiducia persino nei miei stessi confronti.

Ma internamente, nel nucleo, fortunatamente è cambiato molto, molto poco. È là che devo volgermi tramite momenti passati in compagnia di me stessa, nel silenzio, nella sana contemplazione ed introspezione, dedicandomi spazi in cui chiudo le porte ad ogni altra cosa e lascio il permesso a me stessa non solo di venire fuori ma di rilassarsi, di riprendere la fiducia ed il gusto di essere, appunto, con me.

Questo legame che attuo col mio sé che cosa fa? Rivivifica la fiducia che avevo perso, rivivifica la forza che non sentivo più, anima nuovamente il mio carattere e mi rincuora. Noi la chiamiamo meditazione ed è una scienza, un’arte, una disciplina?

E’ sicuramente il filo di Arianna più prezioso oggi in circolazione perché tutti, tutti chi più chi meno siamo persi nel nostro labirinto personale e relazionale. La meditazione quindi o qualsiasi pratica che sinceramente possa apportarci un contatto rinnovato con il nostro vero sé, oggi trova uno spazio particolare dentro di noi, oggi vuole diventare quello stile di vita in grado di tirarci fuori una volta per tutte dalle sabbie mobili nelle quali un tempo, incautamente, ero caduta.

E quindi è chiaro che non mi riconosco, sono un po’ un pupazzo di fango, devo semplicemente lavarmi e riportare alla luce la mia immagine reale, la mia identità reale, che appunto mi sta sussurrando: torna ad essere te! Torna ad essere ciò che sei eternamente: un essere di luce, di pace, di infinita bellezza interiore.

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