Recensione Eventi

Il volo dell'anima - Articolo

pubblicato il 05/02/13

Conferenza a Marostica con Antonella Ferrari

Volare è un’idea che piace sempre molto, prendiamo gli aerei, usiamo il parapendio o, anche più semplicemente, sui giochi nei luna park cerchiamo di fare l’esperienza del “volo”.

Questo perché l’anima sa volare e può volare. Il volare è un pò connesso con l’ aspetto della leggerezza, in contrapposizione alla pesantezza che molti vivono nella realtà di oggi.

Una mente oberata di pensieri  e un cuore carico di sentimenti negativi ci rende pesanti.

Ma per volare, di quale zavorra mi devo liberare? Dovrò lasciar andare qualcosa per potermi sollevare! La legge della gravità riguarda gli elementi, mentre a livello spirituale cosa ci ancora nel modo sbagliato e cosa ci libera?

Una analogia è quella del bruco. Il bruco mangia, mangia, mangia, fino a che non diventa grassissimo… In effetti finisce la sua fase di bruco quando ha mangiato talmente tanto che raggiunge il suo massimo, ed è quello il momento in cui è pronto per la metamorfosi . Gli scienziati indicano che quello sia il momento in cui si creano le cellule immaginarie, quelle che contengono il DNA della farfalla.  Queste cellule si risvegliano ed il bruco è pronto a tessere il suo bozzolo, a lasciare andare la sua identità di bruco perché altrimenti non potrebbe predisporsi a diventare una farfalla.

Nel bozzolo è nel silenzio e questo già ci rivela come abbiamo bisogno di silenzio per passare un processo di cambiamento, e la meditazione è un grande supporto.

Successivamente, quando sarà pronto ad uscire, la nuova creatura perfora il bozzolo e con grande sforzo tenta di uscire. C’è chi ha provato ad aiutarlo, pensando di agevolarlo ed evitargli di soffrire, ma così lo ha ucciso perché lo sforzo che il bruco fa per uscire dal bozzolo, ovvero la fatica a cui è sottoposto, rafforza le sua ali. Infatti è proprio grazie a quello sforzo che le sue ali diventano pronte a volare. Senza quello, non potrebbe, non sarebbe forte a sufficienza per far volare quelle piccole ali.

Questo vale anche per noi. Abbiamo bisogno di un pò di impegno per passare dalla forza di gravità che ci ancora alle cose più grossolane e terrene, a qualcosa di più vasto e sottile.

Quattro zavorre sono da eliminare per imparare a volare.

La prima: La capacità di non prendersela

Quante volte le persone fanno dei commenti o assumono espressioni che vengono lette da un cuore troppo sensibile eccon una eccessiva sensibilità!  Alcuni accusano velocemente “il colpo”, poi diventano permalosi, quindi tristi e poi afflitti e reattivi. 

Quando vi sentite offesi, siete sicuri che l’altro vi voleva attaccare, oppure è solo una modalità comunicativa? Potrebbe essere anche  il frutto della propria immaginazione, ci immaginiamo che qualcuno ce l’abbia con noi, che qualcuno stia cospirando contro di noi,  ma forse non è proprio così.

Questo dovrebbe farci pensare ai nostri due volti.  Abbiamo un volto interiore che è quello autentico, quello vero, della nostra coscienza, e poi abbiamo un volto “esterno” che tendiamo a mantenere come “facciata”.

Chiaramente la meditazione aiuta molto in questo perché ci continua a ricordare chi siamo. L’ anima ha una grande bellezza, una grande potenzialità

La seconda zavorra è lasciar andare

Tante persone vogliono un cambiamento, cambiano lavoro, città, marito, look, ma il vero cambiamento giace altrove.  Non devo aggiungere né spostare, piuttosto devo lasciar andare quello che ricopre la mia vera natura, come un diamante nascosto sotto il fango.

È il momento di spogliarci e tornare a quell’essenza che siamo.

La terza zavorra è eliminare la paura di perdere

Oggi per esempio abbiamo molto la paura di perdere il lavoro, in questo grande momento di crisi. Ma ci sono delle paure molto meno evidenti: di non essere rispettati, accettati, valorizzati, amati … la paura di perdere la nostra libertà e tante altre.

Il nostro ego ci ha convinto che la vittoria è la non sconfitta ma non è così, il momento in cui  smetto di voler vincere, non perderò mai. Allora divento naturalmente leggera, non corro dietro a niente tantomeno dietro a nessuno. In questo c’è un grande senso di libertà, di profonda correttezza e contentezza.

La quarta Zavorra: essere pesanti…

L’elemento più leggero è l’aria. L’acqua è l’elemento più fluido, il fuoco è il più potente, brucia e trasforma, ma l’aria rappresenta un po’ l’atmosfera. Quando entrate in una stanza e l’atmosfera è pesante, ed è una sensazione tangibile, ci fa realizzare come i nostri pensieri e stati d’animo possono riempire l’atmosfera di ciò che vive dentro di noi.  Quell’aria verrà respirata da tanti altri, così la mia sofferenza diventa un’influenza per altri, la mia pesantezza diventa la pesantezza di altri.

La nostra natura è di leggerezza, infatti ci piace l’idea di essere spensierati e contenti.

Qual è il verbo più vicino a questa modalità? Donare

C’ è un mondo enorme dentro di noi, nell’anima e l’anima è la nostra identità e raramente ci doniamo il tempo e lo spazio per accedere a quel mondo. Questo si chiama anche introversione, introspezione che per molti è fraintesa la ritengono un metodo per estraniarsi dal mondo o essere passivi. L’ introversione è un’ attitudine molto attiva in cui incontro me stessa e incontro la mia parte più vera, più profonda.

L’ equilibrio è tra il dare e prendere, l’avere tolleranza e coraggio, umiltà e grandezza. Le ali rappresentano questo gioco di equilibri  che però non può venire ad essere se non mi capisco, mi esploro e mi conosco.

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